In giro per il web si ironizza molto su una scoperta riguardante una delle tante fisse degli uomini: è vero che preferiscono le donne con la gonna? Se ci si attiene ai vari pareri maschili (di scrittori, artisti, cantanti) sembrerebbe proprio di sì. Inutile dire che le motivazioni sono varie, ma finiscono per confluire alla fine in un’unica ragione: la gonna è un indumento femminile in grado di attrarre sessualmente, conferire quel tocco di sensualità alla figura della donna e, inoltre, ragionando in modo stereotipato, sembra essere l’elemento rappresentativo di quelle donne viste come ingenue e facilmente conquistabili.
Sono trascorsi pochi giorni dalla cerimonia degli Oscar, durante la quale Patricia Arquette ha fatto sfoggio di un discorso riguardante le donne che vivono il gap salariale e, quindi, la frustrazione di essere sottopagate rispetto agli uomini, sebbene l’attrice abbia commesso qualche errore da non trascurare: dalle sue parole traspariva, infatti, il messaggio che la categoria di donne a cui si riferiva fosse quella delle donne bianche ed etero, poiché le donne nere o non eterosessuali venivano ridotte a categorie che erano già state aiutate in passato nella rivendicazione dei propri diritti e che venivano invitate a ricambiare il favore.
Le sue parole poco precise hanno scatenato le accuse di parzialità da parte di alcune femministe, che non hanno esitato a definirla come:
Una donna bianca e conservatrice che difende solo i suoi privilegi.
Le femministe lottano ogni giorno in difesa dei diritti di tutte le donne, e credo, che tra questi ci sia anche quello di poter indossare una benedetta gonna, quando si vuole e dove si vuole. E’ bene che la società capisca quanto sia importante la libertà di espressione dell’individuo, anche attraverso ciò che quest’ultimo sceglie di indossare. Nella maggior parte dei casi l’argomento della gonna apprezzata dagli uomini è uno dei tanti che alimenta la battaglia immaginaria di maschi contro femmine, uno dei tanti su cui si esclama “scherziamoci su!”. Ma se per un momento si accantona lo scherzo, se si vuol far passare un messaggio più serio, se si vuole ascoltare il parere delle donne (femministe e non), penso di poter affermare, a nome di tutte, che ci siamo stufate di sentire frasi del genere:
Se l’è cercata! E’ colpa sua, scostumata! Se hanno voglia di provocare, allora si prendono le conseguenze!
Vi dirò, chiaramente, che non dobbiamo subire nessuna conseguenza, che non abbiamo nessuna voglia di provocare, che non siamo scostumate, che non è colpa nostra e che non ce la siamo cercate. Abbiamo solo indossato una gonna. Sul serio, siamo condannabili per questo?
Basta con le violenze, basta con gli stupri, basta con queste giustificazioni che non reggono!
Vi dirò di più: la colpa è di chi stupra, di chi fa del male, di chi ci intimorisce ogni giorno privandoci di indossare ciò che ci pare.
Volete sapere perché ci piace indossare le gonne?
Vi riporto di seguito una poesia dal titolo La mia gonna corta, tratta dal libro Io sono Emozione, di Eve Ensler, drammaturga statunitense che ha alle spalle una lunga militanza come attivista per i diritti delle donne (una femminista sfegatata, insomma!).
Non penso ci siano parole più semplici e migliori di queste per spiegare le ragioni per cui una donna preferisce le gonne.
La mia gonna corta
non è un invito
una provocazione
un’indicazione
che lo voglio
o che la do
o che batto.
La mia gonna corta
non è una supplica
non vi chiede
di essere strappata
o tirata su o giù.
La mia gonna corta
non è un motivo legittimo
per violentarmi
anche se prima lo era
è una tesi che non regge più
in tribunale.
La mia gonna corta, che voi ci crediate o no,
non ha niente a che fare con voi.
La mia gonna corta
è riscoprire
il potere dei miei polpacci
è l’aria fredda autunnale che accarezza
l’interno delle mie cosce
è lasciare che viva dentro di me
tutto ciò che vedo o incrocio o sento.
La mia gonna corta non è la prova
che sono una stupida
o un’indecisa
o facilmente manipolabile.
La mia gonna corta è la mia sfida.
Non vi permetterò di farmi paura.
La mia gonna corta non è un’esibizione,
è ciò che sono
prima che mi obbligaste a nasconderlo
o a soffocarlo.
Fateci l’abitudine.
La mia gonna corta è felicità.
Mi sento in contatto con la terra.
Sono qui. Sono bella.
La mia gonna corta è una bandiera
di liberazione dell’esercito delle donne.
Dichiaro queste strade, tutte le strade,
patria della mia vagina.
La mia gonna corta
è acqua turchese con pesci colorati che nuotano
un festival d’estate nella notte stellata
un uccello che cinguetta
un treno che arriva in una città straniera.
La mia gonna corta è una scorribanda
un respiro profondo,
il casquè di un tango.
La mia gonna corta è
iniziazione, apprezzamento, eccitazione.
Ma soprattutto la mia gonna corta
con tutto quel che c’è sotto è mia, mia, mia.
C’è sempre un atteggiamento ottimistico, da parte di noi donne, che ci porta a sperare in un futuro pieno di gonne e privo di violenze. Aprite le menti!