Come siamo arrivati a celebrare le Donne proprio l’otto di Marzo? Perché in Italia abbiamo cominciato a celebrare la giornata per ultimi? Cosa c’è dietro alla necessità di dedicare l’otto Marzo alle Donne? Ma poi perché proprio l’otto di marzo?
Per rispondere a queste domande ci sono due strade: piazzarle sulla barra di google e poi incrociare le dita o pensare che forse sarebbe il caso di leggerla la storia della giornata internazionale delle Donne per scoprire finalmente che dietro alla scelta di celebrare le donne, non c’è alcuna strage ma qualcosa di più bello e decisamente positivo.
8 marzo. Una storia lunga un secolo, Tilde Capomazza, Marisa Ombra, Pavona di Albano Laziale, Iacobelli, 2009
Il libro, già uscito nel 1987 con il titolo: Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna per la casa editrice di nicchia Utopia e presto andato esaurito, esce ora per Jacobelli con una nuova edizione impreziosita dal Dvd originale, (anche questo introvabile fin dal 1988), che intreccia rare immagini storiche con le interviste e le testimonianze di alcune protagoniste della politica italiana degli ultimi cinquant’anni.
Un documento molto utile per comprendere il vero significato dell’8 marzo e, dunque, per incentivare l’indispensabile passaggio di memoria tra le generazioni.
E’ ricco di notizie e di ricostruzioni storiche il lavoro di Capomazza e Ombra. E, già all’epoca, fece scalpore soprattutto una scoperta: il fatto che non fosse in realtà basata su alcun dato certo la convinzione comune che Clara Zetkin, nel 1910, avesse scelto l’8 marzo per ricordare le operaie americane morte due anni prima durante un incendio avvenuto nel corso di uno sciopero.
E come, invece, fosse provato da una ricca documentazione che, a fissare il giorno delle donne all’8 marzo, fosse stata la Conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921 “per ricordare una manifestazione di donne con cui si era avviatala prima fase della rivoluzione russa”.
Otto marzo. La Giornata internazionale delle donne in Italia, Alessandra Gissi, Viella, 2010
L’otto marzo, Giornata internazionale delle donne e data simbolo delle lotte femminili, ha ormai un secolo di storia alle spalle e, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra, è divenuto un appuntamento fisso per migliaia di italiane.
Cerimonie istituzionali, cortei, assemblee, comizi, sit-in, slogan, simboli: attraverso i rituali e le forme espressive e creative che ne hanno accompagnato le celebrazioni nel corso del tempo è possibile richiamare temi e parole d’ordine, cogliere il loro diversificarsi negli anni, nei luoghi, nelle generazioni e descrivere il mutamento di priorità e rilevanza che ha interessato contenuti, discorsi e rivendicazioni.
Al di là della vaghezza che ancora avvolge la storia delle sue origini e che si cerca qui di chiarire e interpretare scopriamo così che la forma di ritualità pubblica che ruota attorno all’otto marzo ha fortemente contribuito a strutturare i caratteri profondi della cultura nazionale e, al suo interno, a segnare le linee normative dei rapporti tra i generi. Una sorta di filo rosso che ci consente di ripercorrere il processo di definizione del concetto novecentesco di cittadinanza, il difficile equilibrio tra uguaglianza e differenza, il complesso rapporto tra donne e lavoro.