Cosa fare se lui ti tradisce: la storia di Alessia (una di noi)

Erano le 19 di sera e chiudevo la portella della mia lancia y, quando il cinguettio di WhatsApp mi ha sorpresa, avevo ancora le chiavi in mano, infilai la mano libera nella tasca destra del giubbotto e lessi un messaggio. Mi sono risvegliata neppure so io dopo quanto tempo, nella stanza di un ospedale, tra il messaggio e il pronto soccorso ho il buio totale.

No, questa storia non parla di un incidente stradale, è la storia di una ragazza Alessia, della disperazione che non lascia spazio a nulla, neppure alla rabbia, quando un amore ti tradisce e non tradisce solo te ma quel sogno di un “noi” custodito e protetto per anni e che crolla in mille pezzi e si frantuma sul tappeto del tuo cuore scheggiandolo per sempre.

Alessia aveva appreso da un messaggio, un fottutissimo messaggino del cazzo, che Marco aveva trascorso la sera prima con un’altra ragazza, e giusto per non farci mancare neppure l’aggravante, quel messaggio non proveniva dal numero del suo ragazzo, ma da uno diverso che Alessia non conosceva affatto, e non conteneva parole o numeri ma una foto: La foto di Marco intento a scambiarsi un bacio con una tipa mai vista prima d’ora.

Io e Marco stavamo insieme da 4 anni quando ho ricevuto quel messaggio, per me era più dell’amore della mia vita, era parte della mia famiglia, il mio migliore amico la mia roccia non avrei mai creduto potesse arrivare a farmi questo, mi sono sentita violentata come se qualcuno fosse entrato di prepotenza nella mia vita per impormi la sua, senza darmi possibilità di scelta e sono svenuta, non ero mai svenuta prima d’ora, che sensazione orribile.

Alessia e Marco stavano insieme da 4 anni, Marco lavorava a Roma da 12 mesi da quando aveva vinto quel concorso per maresciallo di carabinieri tanto agognato e che Alessia aveva aiutato a raggiungere con la sua pazienza, aiutandolo sia moralmente che nello studio. Le cose anche se in due città diverse, andavano alla grande, pareva. A parte la reciproca mancanza i due avevano trovato un certo equilibrio e quel rapporto a distanza aveva cominciato a regalare ad entrambi anche una certa serenità. Alessia andava a trovarlo almeno una volta al mese e se lei non lo raggiungeva ci pensava lui a tornare a casa. Nessuno dei due aveva dato segno di una sofferenza anzi Alessia credeva che il loro rapporto non era mai stato più solido.

Dopo quelle poche ore in ospedale necessarie a escludere patologie gravi Alessia venne dimessa, ma Dio solo sa quanto non fosse nulla quello che aveva lasciato nel pronto soccorso, rispetto al rifugio di dolore che avrebbe trovato a casa sua. Aveva promesso a suoi genitori e a suo fratello che non avrebbe chiamato Marco e mantenne la promessa ma solo per il tempo necessario di chiudere dietro di sé la porta della camera. Finalmente sola in quella camera fece quello che desiderava fare da ore, prese in mano il cellulare osservò la foto e senza indugiare un attimo la inviò a Marco, senza scrivere nulla che potesse enfatizzare l’eloquenza della foto. Alessia ricorda che passarono 145 secondi, poco più di due minuti prima che Marco chiamò, e chiamo ininterrottamente per una buona mezz’ora, Alessia guardava quel cellulare illuminarsi ad intermittenza e non poteva far altro che piangere disperata su quel letto, senza pensare a nulla fuorché a quella foto, immaginandosi ogni scenario che avrebbe potuto portare a quell’immagine.

Quando elabori un tradimento tendi a pensare innanzitutto a colei che ha preso il tuo posto anche solo per un’ora, partono i paragoni i vari “cosa c’ha lei che io non ho, se è più brava a letto…” sai è strano di come il sentimento tradito venga subito dopo, all’inizio devi realizzare che il tuo lui ha preferito un’altra a te e non lo credi vero.

Passarono tre ore, Marco continuava a chiamarla con meno intensità però, aveva anche cominciato ad inviarle messaggi sul cellulare e su Facebook, spiegandole che era stato un incidente che lui non avrebbe voluto, che si è trovato suo malgrado, che non sa nemmeno come, che forse l’alcol…“come se qualcuno lo avesse obbligato a strizzare le tette di quella puttana” pensava Alessia mentre minuziosamente elaborava ogni pixel di quella foto impressa ormai nella sua mente.

Erano le 21, Marco continuava nel suo vano tentativo di aprire un varco comunicativo con Alessia, sua Madre a pregarla di uscire da quella camera per mangiare qualcosa, Anna la sua migliore non appena appresa la notizia aveva cominciato a contattarla in ogni modo ma Alessia non aveva voglia di sentire nessuno o quasi. Voleva, doveva chiamare il numero sconosciuto che si era così gentilmente prestato a dare il via alla sofferenza più atroce della sua esistenza. Non fece neppure uno squillo e dall’altra parte del telefono la voce di una ragazza straniera era chiara, doveva essere Polacca o Russa comunque dell’est, Alessia cominciò così a mettere insieme il fin troppo prevedibile puzzle:

Chi sei e perché mi hai mandato quel messaggio?

Sono jlenia, volevo farti vedere quello che fa il tuo ragazzo lontano da te.

Perché? Sei tu nella foto?

No è una mia amica io…

E tu fotografi la tua amica mentre bacia uno, ma quanto sei malata?

No io, io uscivo con un amico di Marco.

Chi?

Andrea

Andrea era un collega di Marco lei lo aveva conosciuto bene, quando andava a trovare il suo fidanzato, capitava di uscire in 4 infatti anche Andrea era fidanzato e anzi era prossimo al matrimonio. La disperazione di Alessia per tutta quella storia si era trasformata in nausea, stava cominciando a provare schifo. Del vero, sincero Schifo. Che schifo l’uomo bugiardo, colui che non conosce il significato di completezza, così stupido da non riuscire neppure a controllare i suoi più bassi impulsi fisici. Che schifo Marco e che pena gli uomini come Andrea.

Alessia per i successivi 40 minuti, continuò a parlare al telefono per con la ragazza che poi si scoprì essere Russa, era riuscita a completare buona parte del puzzle: Marco e Andrea erano usciti dopo il servizio serale per andare a bere una birra, in un locale trovarono due ragazze russe sole, i ragazzi decisero senza troppi scrupoli di rimorchiarle e cominciarono una serata all’insegna dell’alcol e in giro per locali notturni, ovviamente fu un attimo che i ragazzi si divisero la preda, illusi che potesse bastare l’avvertimento” sono fidanzato e non posso darti nulla di più di questa serata” per lenire il colpo dio fulmine di quelle ragazze Russe che avevano deciso invece di conquistarli quei due carabinieri e sapevano bene che per farlo sarebbero dovute arrivare a tutto pur di riuscirsi, anche prendere furtivamente il numero di telefono delle rispettive fidanzate con l’inganno e con la complicità certo di un elevata gradazione alcolica nelle vene.

Passarono i giorni dopo quella chiamata, la ragazza ebbe anche il tempo di confrontarsi con Marco che le confermò la storia coronandola da bizzarri e indicibili alibi. Alessia elaborò il dolore, chissà con quante donne l’aveva tradita “solo per una sera” chissà quante bugie c’erano dietro agli straordinari venuti fuori all’ultimo momento che aveva imparato a trovare normali e che ora trovavano una spiegazione diversa. Riuscì a comprendere quei vuoti temporali in cui lei tentava di chiamarlo e che Marco giustificava con le scuse più assurde: la suoneria spenta o un attacco di sonno improvviso che durava ore intere all’interno della giornata. Quante volte l’aveva presa in giro? Quante volte lei provava pena per il lavoro stressante del suo uomo, quante volte l’aveva difeso davanti a chi trovava strani quei dettagli che lei non riusciva a vedere. Arrivò poi il dolore più grande certo, nei giorni successivi, si chiamava delusione, Marco aveva tradito la sua fiducia e non le importò più nulla della sua rivale, nella sua testa non era più importante non era importante se fosse più bella o più sexy. Marco aveva tradito il suo amore e questo bastava per chiudere il libro della sua storia con quel traditore e cominciarne uno nuovo. Perché c’era una persona che Alessia doveva imparare ad amare più di Marco e che per lui metteva sempre in secondo piano e quella persona era lei. Alessia chiuse una storia per iniziarne una nuova: con la sua vita, la cosa che da quel momento avrebbe amato di più al mondo. Affinchè nessun uomo in futuro potesse anche solo per un istante credere di poterla far sentire tanto piccola, affinchè in futuro tutti sapessero che davanti a loro non avrebbero trovato una ragazza fragile ma la donna che era e che è sempre stata, una leonessa una dea che non meritava il dolore ma l’amore del mondo.