Carenza di farmaci negli ospedali italiani: non si tratta di ipocondria

Da una recente ricerca dell’Associazione europea dei farmacisti ospedalieri (EAHP), risulta che nelle ASL di tutta Europa, ed in particolare nello stivale, mancano non solo le tecnologiche attrezzature mediche di cui qualunque cittadino, che ne abbia bisogno, ha diritto di usufruire, ma anche i farmaci.

La parziale assenza di medicinali provoca paranoia ad ipocondriaci e medici, si parla quasi di emergenza.
Non a caso, il 75% dei farmacisti ospedalieri intervistati si dice d’accordo con l’affermazione “la carenza di medicinali nel mio ospedale sta avendo un impatto negativo sulla cura dei pazienti”.
Il 77% degli ospedali del nostro Paese segnala infatti scorte limitate soprattutto di antibiotici (amoxillicina, linezolid), medicinali per malattie cardiovascolari (labetalolo) e persino per il cancro (cisplatino, metotrexato, oxaliplatino).
Oltre l’86% delle strutture ospedaliere europee sta vivendo difficoltà nel reperire i medicinali, con il 66% che segnala questo come un problema quotidiano o settimanale. I prodotti maggiormente coinvolti dal fenomeno sono i farmaci per combattere le infezioni (57%), contro il cancro (55%) e gli anestetici (26%).
Due cose mi sconvolgono sul problema della carenza di farmaci in Europa: la sua diffusione e l’impatto che sta avendo sulla sicurezza e il benessere dei pazienti. Per troppo tempo questo problema non è stato affrontato. E’ arrivato il momento per coloro che hanno la responsabilità di proteggere i cittadini europei dalle minacce sanitarie transfrontaliere, di affrontare il problema. Abbiamo bisogno di sistemi evoluti per garantire la comunicazione anticipata di interruzioni di fornitura, che specifichino le cause, la durata e le alternative disponibili.
Queste le rassicuranti parole del presidente dell’Eahp, Roberto Frontini.
Non ci resta che sperare!